Gaza, un conflitto con troppi civili morti che non vede un traguardo di pace
di Marco Andreozzi
Un solo morto ammazzato in guerra e già troppo. A Gaza le cifre ufficiali palestinesi, il partito Al-Fatah, ormai dicono oltre 40mila, per lo più civili. Il Consiglio di Sicurezza ONU ha già chiesto ad Israele di cessare il fuoco, purtroppo inascoltato, mentre nella ‘Striscia’ mancano cibo, acqua pulita e medicine. Israele si difende da accuse di genocidio della Corte Internazionale di Giustizia, che dice basta alle operazioni militari in Rafah, con un milione di rifugiati.
Diecimila morti dai bombardamenti israeliani sarebbero già troppi. Ma quei numeri sono veritieri? Ricordiamo che Al Fatah è un’organizzazione paramilitare (dal 1959) il cui stemma vede un fucile, un mitra e una bomba a mano. Il nome viene dell’arabo ‘fath’ (فتح), ‘vittoria’, e rimanda all’espansione islamica. ‘Fath al-Shām’ è ‘conquista dell’Oriente’. Nella Cina medievale, gli arabi furono coloni commerciali (in accordi con gli invasori imperiali sarbo-turanici) nelle città interne e in empori portuali. La marina di lungo corso fu introdotta a Canton (prima solo giunche costiere) nel secolo XI dagli arabo-persiani; idem la bussola, come dalle pur nebulose logografie del ‘Pingzhou Ketan’ (萍洲可談) di Zhu Yu (cognome di origine iranico-sogdiana) del XV secolo di propaganda Ming (il testo originale e’ ignoto, come da prassi in Cina). ‘Ketan’ significa ‘libro’ in arabo.
E pensare che Al-Fatah è moderato rispetto all’antagonista Hamas, partito terrorista che da anni governa la striscia di Gaza. L’eccessiva e deprecabile azione israeliana sta, oltre a tutto lo spargimento di sangue innocente, riavvicinando di fatto le due parti, che con altre fazioni palestinesi in luglio hanno firmato (a Pechino) una dichiarazione congiunta per governare insieme. Con molti ebrei della diaspora pro Israele ed anti islamici (pur apprezzando poco ‘Bibi’) come possiamo vedere scenari di pace? Nuovo terrorismo è atteso mentre gli ebrei e l’ebraismo hanno sofferto troppi genocidi, ghettizzazioni e attentati nella loro ‘errante’ storia millenaria.