La Lidu onlus su visita di Erdogan in Italia ammonisce: in Turchia vige un regime che condanna ogni libertà
La ferma condanna della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo sul regime di Recep Tayyip Erdoğan e l’auspicio che gli incontri odierni e il confronto con le istituzioni italiane realizzino un ritorno in Turchia dello Stato di Diritto e delle libertà fondamentali.
di Alfredo Arpaia (Presidente d’Onore e Commissario della Lidu onlus)
La Lega italiana dei Diritti dell’Uomo sta seguendo con grande attenzione i colloqui che il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan sta avendo con le massime autorità italiane.
La LIDU pur non sottovalutando l’importanza geopolitica, politica e commerciale che la Turchia riveste in tutta l’area del Mediterraneo e in particolare del Medio Oriente, non può non sottolineare con forza e chiarezza che i Diritti umani in Turchia sono fortemente trasgrediti e disattesi.
In Turchia vige un regime improntato ad un forte nazionalismo, che limita e condanna ogni libertà di critica e di espressione. Il principio di non discriminazione ed il rispetto delle minoranze e dei gruppi più vulnerabili non viene applicato. La libertà di stampa, i mezzi di comunicazione e informazione subiscono limitazioni e sono sottoposti a controlli e sanzioni penali. Imponenti azioni repressive con privazione della libertà di giornalisti, insegnanti e oppositori politici vengono praticate.
La Convenzione Internazionale per la protezione delle persone da sparizione forzata e lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale non sono ancora stati ratificati.
La LIDU auspica che le massime autorità dello Stato italiano conducano le trattative secondo una linea che possa ottenere il massimo risultato per il ritorno in Turchia dello Stato di Diritto e delle libertà fondamentali.
Tutti i risultati favorevoli a questa impostazione riceveranno una nota di merito che la Lega italiana dei Diritti dell’Uomo sarà pronta a riconoscere.